di Alessandro Negrini
La Festa della Repubblica è antifascista, antirazzista, è contro la guerra, è la voce di chi difende, come chi votò nel '46, la dignità anche di chi non è visibile, dentro l'uguaglianza e non ai piedi di un re o di una regina. Essere cittadini, non più sudditi. Ma di nessuno? In che misura si monitora il valore, la salute e lo stato di una repubblica e la sua vicinanza ai suoi valori fondativi? La Festa della Repubblica non esisterebbe né mai sarebbe esistita senza un 25 aprile e la sconfitta del nazi-fascismo. Senza una Costituzione che è tra le costituzioni più antifasciste d'Europa. Cittadini di una Repubblica, che non sarebbe mai nata senza il 25 aprile, e tuttavia, in questa Repubblica, abbiamo oggi alla guida del governo un partito di matrice fascista. Esponenti di questo Governo che non esitano a non volersi dichiarare antifascisti, in primis la Presidente del Consiglio. Che piccona semanticamente - perchè le parole creano un clima - le fondamenta di questa repubblica, parlando di etnia, di sostituzione etnica, di punizione, di riscoperta dell'identità di sangue e non di cultura, umanità. Cittadini. E tuttavia quella grandissima conquista di quel lontano 2 giugno, il voto a uomini e donne - sembra oggi essere diventata una manifestazione vuota: metà degli italiani aventi diritto non votano più. Un terzo dell'altra metà vota un partito che vorrebbe restringere sempre più le maglie democratiche verso un governo senza controlli e senza elettori. Solo pochi giorni fa, la Corte dei Conti ha fatto quello che deve fare secondo la sua funzione: controllare come il Governo stia spendendo i soldi, inclusi quelli del PNRR. E in quel controllo sono emersi ritardi allucinanti: dei soldi della prima tranche del PNNR destinati alla Sanità è stato speso solo l1%. Ripeto, l'1%. Come ha reagito il governo di destra estrema di fronte a queste circostanziate critiche? Ha fatto approvare un emendamento bavaglio che limita i poteri della Corte dei Conti, che da oggi non potrà più monitorare come verranno spesi i fondi del Pnrr. Al contempo, questo stesso Governo si muove passo dopo passo per imbavagliare uno dei poteri indipendenti dal Governo: la magistratura, limitando uno degli strumenti più potente per combattere le mafie e la corruzione: le intercettazioni. Siamo cittadini, e tuttavia, nonostante la stragrande maggioranza sia contraria all'invio di armi in Ucraina, il governo - e tre partiti dell'opposizione - PD, Azione e Italia Viva, hanno votato una delega in bianco per mandare altre armi per almeno altri 12 mesi. E solo ieri, la delegazione dei parlamentari italiani in Parlamento Europeo - con l'eccezione del M5Stelle, Sinista e Verdi e un solo deputato del PD, ha votato delittuosamente per poter destinare fondi del Pnnr - destinati ad asili, ospedali, conversione ecologica, messa in sicurezza del territorio - per la produzione di altre armi. Uno spostamento di fondi che non è previsto nemmeno dai Trattati europei, fatto in nome dei cittadini e contro i cittadini. Quei cittadini, che hanno votato a dei referendum contro il nucleare vincendolo, e che ascoltano ora i partiti di destra più la finta opposizione di Calenda e Renzi fare propaganda per il ritorno al nucleare, sempre i nome di quei cittadini. Cittadini che non votano piu. E cittadini che votano un partito che aveva promesso di fare determinate battaglie, e una volta al potere battaglia contro di loro togliendogli diritti, tutele, protezione. Partiti che dovevano combattere la Mafia e candidano dei condannati per associazione esterna. Partiti che parlavano di finanza e alla finanza si sono inchinati. Partiti che parlavano di povertà mentre già pensavano, una volta eletti, a come rendere più ricchi i ricchi. La stessa parola "Patria", viene tradita da una permanente sudditanza verso gli Stati Uniti d'America, ancor più gravemente da chi la parola Patria la usa come segno d'identità, vedasi Fratelli d'Italia. Quanto questo lento, corrosivo, incessante indebolimento della democrazia finisce con l'assomigliare ad un suo rinnovato opposto? È notte in questa Repubblica, dove chi vota osserva incurante l'operato in direzione opposta alle promesse fatte dei propri referenti politici, e chi non vota più prosegue la sua lotta solo, senza uno scudo identitario e, forse, senza patria. Forse oggi è solo il giorno in cui ricordarci che dobbiamo riaccendere la luce in questa notte della Repubblica, a partire dal nostro sguardo: cittadini, non sudditi, né dei Savoia, né di Confindustria, né di qualsivoglia fascio-liberismo che, alla camicia nera, ha aggiunto la cravatta o la giacca rosa. |
ALESSANDRO NEGRINI
Appunti, provocazioni, pinte e danze. Archives
June 2024
Alessandro Negrini
Regista per errore, poeta per caso, flaneur per scelta. |