PARADISO
Recensione di Federico Audisio di Somma.
Struggente pellicola che tocca le corde delle persone che sono in grado di comprendere la poesia della frattura.
La metafora muove su un confine rimosso del modo occidentale. Tratta di pace e fratellanza, di nostalgia e ineluttabilità.
Quel muro rasente il quale si muovono i protagonisti, come svegli anziani gatti di una città che non c’è più
(uno dei musicisti ad un certo punto cita La gatta sul tetto che scotta di Tennessee Williams), duecentoquaranta passi
nel ricordo, sembra costruito con duri mattoni di incrostata e incomprensibile ostinazione umana.
Il Fountain mi ha commosso, ciò che resta di lui, delle sue case deserte, quella via in discesa che va verso l’estinzione.
Un eroico, momentaneo, atto di resurrezione, affindando alla musica il commiato dalla sua epopea.
Il Mem diventa il tempio di questa celebrazione miracolosa. Niente Cocoon, niente band ventenne, solo ballerini e musicisti geriatrici,
il contrario di Hollywood.
I Signetts fanno una tenerezza indimenticabile. Autentici, con i cuori pieni di storia umana, i corpi allo sfascio, lo spirito che dal Fountain li proietta sulla Route 66 e oltre.
Questo film è un capolavoro, una sorta di Milarepa irlandese, il cui mantra è sospeso sulle note della fisarmonica.
Federico Audisio di Somma, Medico omeopata e scrittore. nel 2002 ha vinto il Premio Bancarella con il suo libro
"L'uomo che curava con i fiori".
La metafora muove su un confine rimosso del modo occidentale. Tratta di pace e fratellanza, di nostalgia e ineluttabilità.
Quel muro rasente il quale si muovono i protagonisti, come svegli anziani gatti di una città che non c’è più
(uno dei musicisti ad un certo punto cita La gatta sul tetto che scotta di Tennessee Williams), duecentoquaranta passi
nel ricordo, sembra costruito con duri mattoni di incrostata e incomprensibile ostinazione umana.
Il Fountain mi ha commosso, ciò che resta di lui, delle sue case deserte, quella via in discesa che va verso l’estinzione.
Un eroico, momentaneo, atto di resurrezione, affindando alla musica il commiato dalla sua epopea.
Il Mem diventa il tempio di questa celebrazione miracolosa. Niente Cocoon, niente band ventenne, solo ballerini e musicisti geriatrici,
il contrario di Hollywood.
I Signetts fanno una tenerezza indimenticabile. Autentici, con i cuori pieni di storia umana, i corpi allo sfascio, lo spirito che dal Fountain li proietta sulla Route 66 e oltre.
Questo film è un capolavoro, una sorta di Milarepa irlandese, il cui mantra è sospeso sulle note della fisarmonica.
Federico Audisio di Somma, Medico omeopata e scrittore. nel 2002 ha vinto il Premio Bancarella con il suo libro
"L'uomo che curava con i fiori".