Perché ci urtano le critiche alle statue, a "Via col vento", a Cristoforo Colombo?
Perché siamo bianchi. Perché siamo bianchi. "ll torturato tortura i sogni del suo carnefice", scrisse Julio Cortázar. Perché possiamo magari sdegnarci, ma mai potremo provare quel grido che sale dalle viscere di un'ingiustizia che si replica nei secoli. Che fa dire alla vittima perenne - Ora basta. Ora basta. Non possiamo capirla, perché nasciamo cresciamo e ci nutriamo, sempre, da sempre e per sempre, in una culla protetta di perenne supremazia che mai ci farà sentire - dall'altro lato della Storia. Dal lato di chi, quando gli va bene, non viene narrato nei libri, quando gli va male gli viene stravolta anche la narrazione. Siamo nel salotto che si sdegna e difende la libertà delle statue e dei film e dell'arte e della libertà. Perché la nostra narrazione della Storia e della libertà e dell'arte non coincide con la loro Storia. Quella rivolta distruttrice ci indigna, proviamo il prurito nell'anca della nostra libertà "liberal", seduta tra un tè e l'attesa di un cocktail. E allora citiamo Caravaggio, citiamo la libertà dell'artista. Citiamo l'inviolabilità del ricordare la Storia perché quella storia non offende mai la nostra. Non lo comprendiamo, perché siamo, non solo di pelle, bianchi. Perché siamo bianchi. |
ALESSANDRO NEGRINI
Appunti, provocazioni, pinte e danze. Archives
June 2024
Alessandro Negrini
Regista per errore, poeta per caso, flaneur per scelta. |